Flying cellular units III






Flying cellular units III
2009
Cardboard, neon
Variable dimensions
I2A, International Institute of Architecture, Vico Morcote (CH)
photo : Marcelo Villada Ortiz













Positions in space 4
I2A, International Institute of Architecture
Vico Morcote (CH)

Nel dipinto de La fondazione di Santa Maria Maggiore realizzato nel 1428 da Masolino da Panicale, alla quale l’istallazione di Davide Cascio fa direttamente riferimento, è rappresentata la fondazione di una delle prime basiliche paleocristiane costruite a Roma. Punctum per il concepimento di Flying cellular units III: la particolare rappresentazione delle nuvole nel dipinto di Masolino che appaiono nel cielo dorato che separa la sfera celeste dal mondo terrestre. Anche se facilmente riconoscibili e a prima vista identificabili, queste forme appaiono fondamentalmente come delle strutture geometriche astratte, degli oggetti non identificati sospesi e dispersi in uno spazio che lungi dall’essere lineare evoca una realtà esponenziale e astratta. Quest’ultima prende forma nell’istallazione di Davide Cascio, terza variante di un’opera site-specific rielaborata per Positions in space 4 all’istituto internazionale di architettura di Vico Morcote. Il dipinto di Masolino costituisce un’efficace illustrazione dell’origine leggendaria e, in questo caso, miracolosa dell’architettura, questione ricorrente che, dal trattato di Vitruvio al cabanon di Le Corbusier è riapparsa puntualmente attraverso la storia dell’architettura. Anche nel mondo arabo, esplicita fonte d’ispirazione dell’artista, la dimensione leggendaria appare nell’origine della Kaba, edificio sacro costruito nel punto in cui, si racconta, una meteore è miracolosamente caduta dal cielo. L’utilizzo e la predilezione di forme e motivi astratti nell’architettura islamica trovano nella geometria e nella simbologia neoplatonica della Kaba (cubo) un’incarnazione quasi paradigmatica. Edificio medievale altrettanto esemplare, la Madrasa al nuriyya al Kubra di Damasco, in cui la combinazione del cubo e del tetraedro nella costruzione della cupola crea un effetto a dir poco impressionante che anticipa di numerosi secoli le cupole geodetiche sviluppate di Buckminster Fuller. La costruzione modulare, moltiplicabile ad libitum, si basa eminentemente sull’iterazione di un cubo e di un tetraedro; il risultato è una nebulosa complessa nella quale nuove geometrie, tra cui triangoli stelle e esagoni, si sovrappongono e si intersecano creando una superficie al contempo dinamica e alterata. Formalmente la struttura superiore è il risultato di un assemblaggio tra un modello architettonico in scala e un improbabile Tetra Pak esponenzialmente articolato, caratterizzata da una struttura fondamentalmente aperta. La spazialità della geometria sospesa acquista una dimensione quasi immateriale, accentuata peraltro dalla presenza di una serie di tubi al neon disposti orizzontalmente sotto la struttura in cartone. Elemento architettonico a tutti gli effetti, la luce diviene in questo caso un elemento strutturalmente ed esteticamente costitutivo. Disposti su un piano geometrico ideale in apparenza antigravitazionale, i ventiquattro elementi illuminano l’opera rilevandone la dimensione concettuale e utopica. Flying cellular units III, composita e polimorfa unità aerea, rimanda chiaramente alle teorie di Yona Friedman e, in particolare, al suo progetto visionario Ville spatiale, struttura tridimensionale sospesa capace di ripensare l’urbanismo secondo il principio della flessibilità. In alternativa alle utopie di massa che caratterizzavano le teorie urbanistico-sociali moderniste Friedman elaborava, verso la fine degli anni ’50, il concetto di utopie individuali nell’intento di realizzare l’idea di una progressiva razionalizzazione e discretizzazione dello spazio in unità separate, isole dove fosse possibile un’interazione e una comunicazione diretta tra i gli individui senza la necessità di coercitivi format tecnologici. La comunicazione, intesa come interazione non mediata tra i singoli individui, diventava quindi il mezzo per regolare le tensioni sociali e realizzare l’utopia di un capovolgimento istantaneo della realtà. L’istallazione di Davide Cascio all’i2A acquista in questo senso una concreta dimensione sociale realizzata attraverso il dinamico e convincente dialogo tra l’opera e lo spazio circostante.
Patrick Gosatti



Masolino da Panicale, Fondazione di Santa Maria Maggiore, 1428.

This painting is one of the most often mentioned “ufological paintings”
already considered since the 1970’s  as proof of sightings of non-identified flying objects.


Superstudio
L'architettura riflessa
1970
In: Casabella n.363
1972